Ravioli e Ricordi – Capitolo 1
- Giugno 29th, 2025
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Se ti dicono che sei uno squilibrato…
…Forse lo sei davvero! Magari anche tu qualche volta hai fantasticato di mollare tutto e iniziare una nuova vita, magari lo stai pensando anche in questo momento.
Ok, in questo caso ti do il benvenuto nel circolo dei malati cronici di sognopatia acuta, ma non preoccuparti, non c’è una cura, tu continuerai a sognare e il solo rischio è quello di provare un po’ di vertigine prima di spiccare il volo!
Forse sei stanco della tua routine, o percepisci che per te ci debba essere qualcosa di più al di là delle abitudini e dei giorni tutti uguali.
Beh, può essere che tutto questo non ti porti ad imboccare la statale 45, sognando ad occhi aperti con un quarto di serbatoio nella Fiat Multipla e tua moglie che sospirando si arrende all’evidenza di aver sposato uno squilibrato…
Ma magari anche tu vuoi allontanarti da un contesto che ti crea insoddisfazione o sofferenza.
Oppure vuoi migliorarti e migliorare la tua vita.
Magari non hai ancora deciso, ma sai che prima o poi lo farai… non prendere la SS45, ma mollare tutto per cambiare.
Ricominciare, buttarsi, cadere o volare.
Beh, io ho avuto la fortuna di poterlo fare.
Ho potuto prendere e partire tra i sospiri di rassegnazione che si alternavano ai sorrisi confortanti di Laura, mia moglie e compagna di avventure.
L’ho potuto fare anche tra i meno confortanti, ma sempre affettuosi: “Ma tu non sei normale!” E “Hai picchiato la testa da piccolo!” di mia madre.
Ho avuto la fortuna che incoscienza e determinazione, unite ad una strana congiunzione di astri e ad un pizzico di follia, mi abbiano permesso di guardare il mondo da una diversa prospettiva e mi abbiano convinto di poter cambiare la mia vita per sempre.
Quello che molti sognano, ma spesso non riescono ad attuare, io l’ho fatto, l’ho fatto eccome, ma non da solo.
Non avrei mai potuto realizzare questo grande sogno se non avessi avuto al mio fianco ad accompagnarmi, ma spesso dietro a spingermi o davanti a trainarmi, mia moglie Laura che, sempre rassegnata di aver sposato uno squilibrato, con me ha condiviso ogni difficoltà e ogni successo, ogni partenza ed ogni traguardo.
L’ho fatto con lei e per lei e non tornerei mai più indietro! Ma come è iniziato questo nostro viaggio verso il cambiamento?
Una baita in un bosco di castagni
Nasce tutto un bel po’ di anni fa, qui tra i monti della Val Trebbia, era l’autunno del 2008…
Da tempo ormai la vita di città ci stava un po’ stretta. Sentivamo il bisogno di aria pura, semplicità e spazi aperti per noi e per i nostri 3 figli, Samuele, Gabriele e Rachele.
Avevamo un lavoro sicuro, una casa ristrutturata, cari amici intorno e ci dedicavamo al volontariato con i ragazzi della parrocchia, ma qualcosa ci diceva che dovevamo andare oltre…
Avevamo fatto la scelta di lavorare in ambito sociale, dovevamo farci bastare lo stipendio, questo è vero, ma eravamo felici di poter essere di aiuto ai dimenticati, ai poveri, agli “ultimi” come vengono definiti da quel mondo del volontariato un po’ fighetto che non ci appartiene più, mentre ancora ci appartiene più che mai il mondo del volontariato fatto di chi si sporca le mani in prima linea senza secondi fini.
Ma in quegli anni eravamo felici e onorati di appartenere a quell’ambiente in cui, così almeno credevamo, i grandi valori segnavano la rotta, fino a quando… non fu la rotta a segnare noi!
Abbiamo capito presto che, non erano più quei valori, per noi sacri, a tracciare il cammino, ma altre dinamiche meno sacre, meccanismi e ingiustizie di cui non volevamo essere complici.
Forse proprio per questo quel giorno imboccai la 45 è dissi a Laura:
“Vediamo se troviamo quella baita di Rovegno…”
“Ma quale baita?”
“Quella in Val Trebbia che abbiamo visto sull’annuncio…”
“Ma dobbiamo riprendere i bambini dai nonni… è lontano, ci vorrà più di un’ora!”
“Ma che lontano, è vicino a Torriglia, ci vorrà mezz’oretta”.
Ok, ok, lo so, di solito la racconto in quest’altro modo:
Un giorno, mia moglie Laura ed io (Luca), durante una gita in Val Trebbia, ci imbattemmo in un grande chalet immerso nei boschi di Rovegno, in località Fontanelle. Fu amore a prima vista. […]
Ok, questa è la versione breve leggermente edulcorata.
In realtà la gita, è stata un po’ forzata, la mezz’oretta è diventata un’ora e mezza, dopo la galleria di Ponte Trebbia ci siamo trovati in mezzo alla neve e Laura continuava guardarmi con quell’espressione tipo:
“Te l’avevo detto che era distante e che ora ci perdiamo in mezzo alla neve e che i nonni si preoccupano e poi dobbiamo spiegare loro che siamo andati a cercare una baita in Val Trebbia che non sanno nemmeno dov’è la Val Trebbia e tantomeno che vogliamo lasciare il lavoro e aprire un ristorante”
Mentre io facevo finta di avere tutto sotto controllo anche se non avevo la più pallida idea di dove cavolo fossimo finiti, dicevo:
“Dev’essere dietro quella curva”
Occhiata di Laura.
“No, no, c’è una salita e…”
Occhiata.
“Guarda…”
Occhiata.
“…”
Occhiata.
Ma poi ce la trovammo davanti.
Quando vedemmo il tetto coperto di neve, il camino fumante, le finestre illuminate…
Fu veramente amore a prima vista!
Ricordo che guardai Laura e pensai:
“Qui possiamo veramente ripartire da zero”.
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